A 15 anni dalla morte

San Giovanni Paolo II e il suo legame con il carisma carmelitano

 

Tra i fattori che hanno contribuito a dar forma alla dimensione mistica della fede nella vita di Karol Wojtyła vi è senza ombra di dubbio la conoscenza e il legame spirituale con la figura e la dottrina di San Giovanni della Croce. Tra le moltissime occasioni in cui egli ha rievocato il suo legame con il santo spagnolo ne ricordiamo solamente due. Come sappiamo, la sua conoscenza di Giovanni della Croce risale agli anni dopo il Liceo quando con il padre si trasferì da Wadowice a Cracovia per iniziare gli studi universitari e grazie all’incontro con Jan Tyranowski. Nel 1994, nel libro-intevista Varcare la soglia della speranza, ritornò a quegli anni ormai lontani con queste parole «Quello uomo [Tyranowski], che ritengo un santo, mi introdusse ai grandi mistici spagnoli e, specialmente, a San Giovani della Croce. Prima ancora di entrare nel seminario clandestino, leggevo le opere di quel mistico, specialmente le poesie. Per poterlo fare in edizione originale, studiai la lingua spagnola. Quella fu una tappa molto importante nella mia vita»[1]

 Il 4 ottobre 1982 a Segovia, dove Giovanni della Croce è sepolto, egli ricordò così il suo legame con il mistico carmelitano: «Rendo grazie alla Provvidenza che mi ha concesso di venire a venerare le reliquie e ad evocare la figura e la dottrina di san Giovanni della Croce, al quale debbo tanto nella mia formazione spirituale. Ho imparato a conoscerlo sin dalla mia giovinezza e sono entrato in un dialogo intimo con questo maestro della fede, con il suo linguaggio e il suo pensiero, fino a culminare con l’elaborazione della mia tesi di dottorato su “La fede in san Giovanni della Croce”. Fin d’allora ho trovato in lui un amico e maestro, che mi ha indicato la luce che brilla nell’oscurità, per camminare sempre verso Dio, “senza altra luce né guida / che quella che nel cuore ardeva / Codesta mi guidava / più certo che la luce del meriggio” (S. Giovanni della Croce, Notte Oscura, 3-4)»[2].

Anche ai laici che lo frequentavano, se lo riteneva opportuno, suggeriva di accostarsi agli scritti del santo spagnolo. In una lettera del dicembre 1963, quando era ancora vescovo ausiliare di Cracovia, alla sua figlia spirituale e poi collaboratrice pastorale Wanda Połtawska, consigliò di leggere alcuni testi di San Giovanni della Croce per capire meglio come doveva strutturare il suo rapporto con Dio[3].

Da ultimo, il legame di Giovanni Paolo II con la spiritualità carmelitana è stato autorevolmente messo in risalto da Sławomir Oder, che come Postulatore ha seguito tutti i lavori della inchiesta per la canonizzazione,  avvenuta il 27 aprile 2014. Ecco le sue parole: «Se fosse diventato carmelitano, molto probabilmente Wojtyła non sarebbe mai diventato papa. Ma aprendo dinanzi a lui le porte del seminario di Cracovia, Dio ha voluto fare alla Chiesa il dono di un papa dal cuore carmelitano»[4].

In una pagina di Memoria e identità, Giovanni Paolo ha scritto: «La memoria è la facoltà che modella l’identità degli esseri umani a livello sia personale che collettivo. È infatti attraverso di essa che si forma e si definisce nella psiche della persona la percezione della propria identità»[5].

Se, come è stato scritto,  Giovanni Paolo II ha un «cuore carmelitano» ciò è dovuto in massima parte al «dialogo intimo» e alla paziente assimilazione del  linguaggio e del pensiero di Giovanni della Croce. Essendo parte della sua «memoria», il santo spagnolo è diventato parte anche della sua «identità» spirituale.

 

P. Aldino Cazzago, ocd

[1]             Giovanni Paolo II, Varcare la soglia della speranza, Mondadori, Milano 1994, p. 155.

[2]             Giovanni Paolo II, Omelia durante la celebrazione della Parola in onore di San Giovanni della Croce,  n. 2.

[3]             Cfr. W. Półtawska, Diario di una amicizia. La famiglia Półtawski e Karol Wojtyła, San Paolo, Cinisello Balsamo 2010, pp. 148-149.

[4]             S. Gaeta -S. Oder, Karol il Santo. Vita e miracoli, Paoline – San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 2014, p. 41. Nel 1993 Giovanni Paolo II ha confermato Giovanni della Croce come patrono di tutti i letterati di lingua spagnola.

[5]             Giovanni Paolo II, Memoria e identità. Conversazioni a cavallo dei millenni, Rizzoli, Milano 2005, p. 171.

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