Nell’ultima lezione di Scuola di Cristianesimo del MEC del 19 ottobre 2020, P. Antonio Maria Sicari ci ha indicato come diventare un po’ più familiari dello Spirito Santo.
Certamente come lui afferma «a noi sembra di conoscere meglio le prime due Persone Divine perché nei loro riguardi possiamo evocare volti che ci sono umanamente più familiari. Invece lo Spirito Santo ci sembra di conoscerlo meno bene, anche se si usano per Lui i termini più belli del nostro vocabolario d’amore: “dono”, “vita”, “comunione”, “respiro”, “fuoco”, “luce”, “bacio”, “abbraccio”».
Santa Elisabetta della Trinità, della quale oggi celebriamo la festa, è entrata in comunione così profondamente con lo Spirito Santo e ha goduto dell’intimità con Lui a tal punto da esprimersi così:
«O Fuoco consumatore, Spirito d’amore, scendete sopra di me, affinché si faccia nella mia anima come un’incarnazione del Verbo ed io sia per lui un’aggiunta d’umanità nella quale egli rinnovi tutto il suo mistero». (Elevazione alla Santissima Trinità).
Proviamo ad usare queste parole per pregare lo Spirito Santo e per cominciare ad instaurare con Lui un rapporto così caro, capace di “lavorarci intimamente, in modo da esaltare la bellezza e il calore che forse non abbiamo mai avuto”, come ci suggerisce ancora P. Antonio.
Non solo: per grazia saremo un’aggiunta di umanità di cui ha bisogno il Signore per incontrare ogni uomo e accoglierlo nel suo abbraccio.
Ornella Rietti