Un altro anno è passato e siamo qui di nuovo a celebrare la Giornata del migrante e del rifugiato.
Certo è facile far diventare abitudine e rimanere indifferenti di fronte a ciò che continuiamo a vedere in televisione.
Quest’anno, però, dovremmo avere uno scatto e uno sguardo diversi, non fosse altro perché quasi per due mesi abbiamo sperimentato, almeno in parte, una vita da “precari”, isolati in casa, un po’ orfani di tutti i nostri affetti e delle nostre relazioni quotidiane.
Certo dentro le difficoltà il frigorifero pieno, la nostra casa, la nostra famiglia e per molti di noi la fede hanno alleggerito le nostre fatiche, ma siamo rimasti segnati nel profondo.
Nel suo messaggio Papa Francesco riprende le parole che aveva lanciato per la stessa giornata nel 2018: accogliere, proteggere, promuovere e integrare.
Gli siamo grati perché in questi due anni a Casa Delbrel, dove ospitiamo cinque famiglie di richiedenti asilo, queste parole piano piano ci sono diventate familiari. Insomma abbiamo provato “a ridonare l’Amore che ci è già stato dato in dono”.
Tiziano Salata