Due brevi testimonianze sugli Esercizi Spirituali tenuti a Terrasini, in provincia di Palermo, nel ponte del 25 Aprile 2022 (Teresa) e a Lignano Sabbiadoro in Friuli, nel weekend del primo maggio (Maddalena)
Subito dopo la Pasqua noi del Movimento Ecclesiale Carmelitano abbiamo fatto un viaggio paradigmatico nel notissimo episodio del Vangelo di Emmaus.
Durante gli Esercizi Spirituali, siamo stati coinvolti da Padre Antonio Maria Sicari, ocd, in quel punto delicatissimo del percorso dei due discepoli in viaggio verso Emmaus dopo la Passione e Morte di Gesù, in cui incontrano un viandante che gli chiede ragione dei loro discorsi. Dopo aver raccontato i fatti appena avvenuti, esprimono la loro tristezza e il loro scoramento dicendo: “Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele” (Lc 24, 21).
In quel “noi speravamo” P. Antonio individua un momento ben preciso della vita di ogni cristiano che segue Gesù sulla via che lo porta al Padre. È il momento dello smarrimento, dello sconforto, del dubbio che non è ancora abbandono totale della fede né disperazione vera e propria, ma è un “vacillamento” che può essere preambolo di una sconfitta o anticipo di una rinascita.
Siamo tutti in viaggio verso quel Padre che ci ha creati ma, che lo si sappia o no, arriva prima o poi al momento di crisi, di notte oscura e in quel momento il Signore non ci abbandona, si fa presente come fece con i due viandanti di Emmaus.
Oggi come allora, in questo viaggio che esemplifica il percorso della Fede, bisogna essere almeno in due, e qui P. Antonio è categorico nel ricordarci che non si è mai cristiani da soli.
Ognuno di noi si scopre ad Emmaus quando si ritrova in una tale esperienza di fatica ma ha accanto qualcuno che gli versa in cuore, con-versando con lui, la propria speranza, la propria fiducia.
E cosa accade subito dopo? Si riparte, ci si rimette in cammino con lo sguardo di chi Lo ha visto, o rivisto, con lo sguardo di chi ha rimesso al centro della propria vita il Signore della Vita. Parola ed Eucarestia tornano ad essere le priorità dell’esistenza e la missione ricomincia con la consapevolezza che proprio io posso essere per l’altro, che si sente più spento che mai, quel Risorto che ravviva la mente e il cuore.
Teresa Gentiloni
Gli Esercizi Spirituali sono stati un’occasione per ricominciare a lavorare insieme verso il futuro della nostra comunità. Guidati dalle parole di Padre Antonio, siamo tornati a camminare vicini come i discepoli di Emmaus, imparando a riconoscere Gesù al nostro fianco e negli altri, riscoprendo la bellezza dello stare insieme nella Fede.
Le parole che abbiamo ascoltato, le testimonianze che ci sono state regalate, la musica che ci ha accompagnato nella preghiera… questi momenti sono stati per noi un modo per scoprire di essere amati oltre ogni umana immaginazione.
La missione che ci è stata affidata alla fine di questo percorso, quindi, una volta arrivati idealmente a Emmaus, è stata quella di tornare alla nostra Gerusalemme quotidiana con una rinnovata consapevolezza dell’amore che Gesù riversa nella nostra vita.
Ognuno di noi è “l’amato” di Dio, ed è nostro compito tornare a testimoniarlo con le nostre azioni, e non solo con le parole, anche nelle nostro vivere quotidiano e nelle nostre città di provenienza.
Maddalena Brentari