La sera del 2 aprile 2005 Giovanni Paolo II chiudeva gli occhi a questo mondo ed entrava nella pace di Dio. Quel Dio che è stato il «centro»» di tutta la sua vita di giovane, di sacerdote, di vescovo e di pontefice; quel Dio che ha servito con tutte le sue forze, anche quando quella fisica e quella della parola erano venute meno.
In quel sabato di inizio aprile terminava un lungo pontificato (1978-2005) e una ancor più una lunga vita (1920-2005) pesantemente segnata dai maggiori avvenimenti del secolo scorso, alcuni dei quali carichi di sofferenza e di morte per la sua terra e per il continente europeo.
Da quel «centro» è scaturita la sua forza per annunciare che Cristo è il Redentore di ogni singolo uomo. «L’opera della Redenzione, si chiedeva, mi affascina sempre di più?». E rispondeva: «Voglio che mi incanti sempre di più!» (Sono tutto nelle tue mani. Appunti personali 1962-2003).Da quel «centro» ha condotto la Chiesa a guardare ogni uomo «quasi con “gli occhi di Cristo stesso”» perché «l’uomo è la via della vita quotidiana della Chiesa» (Redemptor hominis).
Da quello stesso «centro» egli si è mosso per infondere forza e speranza ai cristiani perseguitati in varie parti del mondo.
Da quello stesso «centro» ha saputo risvegliare in tanti uomini, soprattutto giovani, il loro senso religioso, «perché “credente” non significa tanto “capace di stati religiosi” quanto […] “uomo giusto verso Dio Creatore”» (Amore e responsabilità).Da quel «centro» egli ha saputo guardare alla vastità e complessità della vita degli uomini, delle famiglie e delle nazioni grandi o piccole che fossero.
Da quel “centro» si è fatto carico delle sofferenze dei popoli che ha incontrato o che hanno voluto incrociare il suo sguardo e ascoltare la sua parola.
Da quello stesso «centro» egli ha riflettuto sui problemi dell’economia, del lavoro, della giustizia, della pace e della solidarietà tra i popoli. Da quel «centro» ha esclamato: «mai più la guerra, avventura senza ritorno» (16 gennaio 1991).
All’amore che da quel «centro» promana egli ha alimentato la sua vita e ad esso è sempre ritornato.
«Se l’amore tanto più è grande quanto più è semplice,
se il desiderio più semplice sta nella nostalgia
allora non è strano che Dio voglia
essere accolto dai semplici
da quelli che hanno candido il cuore
e per il loro amore non trovano parole».
(Canto del Dio nascosto – 1944)
Aldino Cazzago ocd