In ricordo di Luciano Consoli

Brescia, 3 settembre 2020

Miei cari,

In questa circostanza mi è davvero difficile scegliere le parole da dirvi, per un motivo che vi sembrerà strano, ma che è anche commovente.

Se ora io usassi le solite espressioni (Luciano “è venuto a mancare…”, “ci ha lasciato…”, “è morto…”), so già che nella mia coscienza sentirei la voce di lui che mi correggerebbe affettuosamente, col suo solito sorriso dicendo (a me e a voi) che non ci mancherà, che non ci ha lasciato, che non è morto….

Tra l’altro sto facendo un’esperienza davvero particolare: mi arrivano in continuazione messaggi preoccupati del grande dispiacere che certo sto provando, ma anche in questo caso prevale un’altra voce. La stessa che, nell’ultimo scambio di messaggi (tra me e Luciano) è risuonata così:

«Io (2 settembre, ore 8.41): «Tu sai che ti sono vicino con tutta l’anima. Un abbraccio. Ricordami a Gesù e alla Madonna. Io faccio lo stesso per te. Ti benedico… Ancora un abbraccio pieno di gratitudine che ti devo per tanti anni di fedele amicizia».

Luciano (ore 11.18):  «Sappi che mi sei sempre vicino, non stare a venire. Preghiamo sempre l’uno per l’altro. Ringraziamo Dio Padre dei Tanti Doni. Un caro abbraccio».

Non posso certo dimenticare che questo scambio di affetto e di fede ha portato a compimento la nostra collaborazione sulla terra: Luciano mi ha accompagnato per quasi tutti gli anni del mio Sacerdozio (fin dagli anni ’70), particolarmente nel momento della fondazione del Movimento Ecclesiale Carmelitano, di cui è stato Segretario Generale, dal 1993 al 2009. Innumerevoli sono stati i viaggi in cui mi ha accompagnato in tutta Italia e in Libano.

Né posso trascurare l’esempio che mi ha dato continuando inoltre a esercitare quel suo specifico apostolato che sempre gli è stato molto a cuore, e che ha mantenuto fin negli ultimi mesi, prendendosi cura dei carcerati e delle Associazioni “Carcere e territorio” e “Vol.Ca”.

Solo Gesù sa quanti sono stati i carcerati che Luciano gli ha ricondotto: non temeva mai di discutere con loro sulle verità più belle e consolanti che apprendeva nella Scuola di Cristianesimo: lo faceva anche con quelli che appartenevano ad altre religioni, ma in maniera sempre rispettosa e simpatica,sempre pronto ad aiutarli, durante e dopo la carcerazione.

Un altro aspetto che non voglio e non posso dimenticare è il suo forte attaccamento alla famiglia, a Rosemma soprattutto (non scriveva mai un testo sui vari problemi della comunità, senza firmarlo anche col nome di Lei), ai figli, ai nipoti che seguiva sempre con affetto e disponibilità.

Ma sapeva farsi ben volere da tutti.

Me lo dimostra anche la serie di messaggi che ho ricevuto dalle varie comunità (a cominciare dalla Sicilia!), dai quali traggo alcune espressioni anche senza nominare chi me li ha inviati:

  • “Luciano è stato per me davvero un grande amico, fratello ed esempio… Non manca il dispiacere terreno, ma c’è una gioia di paradiso, per l’esempio con cui si è abbandonato nelle braccia di Gesù”;
  • “Mi dispiace davvero molto, Luciano era per tutti noi una carissima persona, un fratello…”
  • “Sappiamo che Luciano ha speso la sua vita per gli altri, e il Signore glielo riconoscerà…”;
  • “Non posso non farti le condoglianze per aver perso su questa terra un amico come Luciano che sempre ti è stato vicino, ti ha sostenuto, accompagnato e voluto bene. Ora è in Cielo e continuerà a farlo con maggiore entusiasmo e determinazione perché unito indissolubilmente con il nostro fratello e amico Gesù…”;
  • “Consegno a te la mia carezza e la mia gratitudine per l’amicizia e la stima che Luciano mi ha offerto come il più bello dei doni che il Signore concede. Caro Luciano ti accompagno con la preghiera e, attraverso di essa, continueremo a vivere in comunione. Mi mancherà il suo incoraggiamento la sua capacità di vedere ciò che c’è di buono in noi…”.

Particolarmente commovente è il messaggio vocale che Maddalena (una giovane suora Libanese) mi ha inviato in poche parole, interrotte dall’emozione, che si concludono così: “Luciano ci ha amato tanto, ci ha lasciato la bella testimonianza di una persona innamorata di Gesù: una persona che sa vivere la Chiesa e che è molto umana… Niente… Sono molto triste, ma molto felice!».

Ci sarebbe ancora da aggiungere qualcosa sul carisma carmelitano, che caratterizza il nostro Movimento, e che in tanti anni Luciano ha imparato ad amare.

A questo riguardo, credo sia una sintesi perfetta, la frase di Santa Teresa di Lisieux che è stata scelta per la sua immagine commemorativa: «Non è la morte che viene a cercarmi: è il Buon Dio!».

So che Luciano ha vissuto santamente – con questa persuasione – la sua malattia e i suoi ultimi giorni. Ora ci affidiamo anche alla sua intercessione.

Con una affettuosa benedizione per tutti,

P. Antonio Maria Sicari

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