In questo tempo di Coronavirus tutta la vita delle nostre Comunità è stata modificata: la partecipazione alla S. Messa, le Scuole di Cristianesimo, gli incontri dei gruppetti, gli Esercizi Spirituali di Lignano.
Anche il Pellegrinaggio Mariano dal santuario della Madonna della Stella di Gussago a quello della Madonna della Neve di Adro è stato ripensato: non più il cammino comunitario tra le strade e i campi della Franciacorta, bensì i Rosari dei venerdì di maggio, scanditi dalle immagini e dai canti in diretta streaming dal santuario di Adro.
Per tutti noi della comunità di Brescia e del MEC, il Pellegrinaggio dal Santuario Madonna della Stella al Santuario Madonna della Neve costituisce un’esperienza profonda di fede, un evento atteso durante tutto l’anno guardando il calendario nella preoccupazione che il battesimo o la cresima di qualche parente o familiare ne possa impedire la partecipazione. È un appuntamento che rinsalda la nostra devozione alla Madonna e ci rende fieri dell’appartenenza a Cristo e alla Chiesa come popolo. È stato veramente difficile rassegnarci all’idea che quest’anno non avremmo potuto farlo secondo tradizione.
Il lento, ma progressivo miglioramento delle condizioni sanitarie e il ripristino della possibilità di camminare seppur distanziati, ha aperto uno spiraglio: la possibilità di realizzare un piccolo pellegrinaggio, in poche persone con mascherine e ben distanziate, un pellegrinaggio necessariamente più di preghiera personale che comunitaria, più di riflessione silenziosa che di canto e ascolto.
Non avremmo potuto essere in molti (5 o 6 al massimo), sia per rispettare la normativa che vieta gli assembramenti, sia per evitare ogni rischio di contagio durante il cammino e le soste. Si prefigurava l’opportunità di vivere un piccolo pellegrinaggio nel nascondimento per evitare che l’adesione massiccia delle persone e le inevitabili riserve sull’opportunità ne impedissero la realizzazione.
Presa la decisione, abbiamo iniziato i preparativi, scegliendo innanzitutto di mantenere la data e il tema originariamente previsti: 24 maggio, “Ave, tenda del Verbo di Dio”.
In un Pellegrinaggio c’è una croce da seguire: un tema non da poco. Se partecipi a un Pellegrinaggio di mille persone con davanti una croce, appartieni a un popolo e sei fiero di mostrare al mondo di essere cristiano, se cammini tra le strade della Franciacorta in sei persone con davanti una croce rischi di passare per un gruppo di invasati. Dopo breve e intensa riflessione la scelta era fatta: avremmo portato la croce davanti a noi, come testimone della nostra appartenenza a Cristo, segno dell’intera Chiesa in cammino. La croce, appesa alla parete della sede del MEC di Brescia, andava benissimo.
Difficile pensare a un pellegrinaggio senza canti. Abbiamo chiesto a Stefania Giorgi, la nostra storica solista, le registrazioni dei canti della Comunità, i canti che accompagnano da anni la nostra storia e il cui ascolto, in questo periodo più che mai, accende nella nostra memoria il ricordo di tante esperienze che abbiamo avuto il privilegio di vivere. Le meditazioni sul Vangelo del giorno che i Padri Carmelitani ci stanno donando in questi mesi ci avrebbero aiutato nel cammino a non disperderci nella distrazione che la fatica avrebbe acuito.
Mancava l’ultimo passaggio indispensabile: P. Gino Toppan ocd, contattato l’ultimo giorno prima di partire con il pretesto di procurare i libretti dei Pellegrinaggi precedenti, ma nella segreta speranza di una benedizione e di un sostegno in un gesto che non poteva non portare anche la sua firma. Abbiamo incontrato in lui un fiume in piena, l’entusiasmo che brilla negli occhi ben visibili in un volto nascosto dalla mascherina, il conforto di parole che fortificavano la nostra scelta, il desiderio che la tradizione del Pellegrinaggio potesse quest’anno reinventarsi in piccoli pellegrinaggi che autonomamente si mettessero in moto per dare continuità ad una tradizione che dura da 42 anni. Temevamo un freno, invece, abbiamo fatto fatica a dormire per la carica che ci ha dato.
Tutto era pronto
La partenza alla Stella è stata particolare. Ci aspettava una giornata bellissima, il sole era già all’orizzonte in un cielo terso dalla pioggia della notte. Il sagrato del santuario della Stella era il luogo che abbiamo sempre conosciuto, ma non c’era l’atmosfera frizzante e caotica che precede ogni evento di popolo. Sembrava che avessimo sbagliato giorno: non c’erano gli amici di sempre: la voce di Beppe Bertazzoli all’amplificazione, Michele Fiocco non distribuiva i libretti, non c’era Don Renzo in Chiesa (purtroppo quel giorno indisponibile). La chiesa era, comunque, aperta e potevamo portare le nostre preghiere e quelle dei nostri amici.
P. Gino Toppan, in collegamento telefonico con la voce amplificata in wifi su una piccola cassa portatile che ci avrebbe accompagnato nell’ascolto dei canti e delle meditazioni della giornata, ci ha dato la benedizione per il cammino.
È stato un pellegrinaggio vero, non una passeggiata tra le strade della Franciacorta: le preghiere del mattino lette dai libretti, le Lodi, i rosari, i canti, le meditazioni registrate dei Padri e quelle in diretta di P. Gino che si collegava telefonicamente, lo stesso itinerario dei pellegrinaggi precedenti con le tradizionali soste a Rodengo Saiano e a Calino.
Durante il cammino alcune persone, incuriosite dai canti amplificati e dalla croce in testa al corteo, ci chiedevano, tra il serio e il divertito, se eravamo quelli che “passano tutti gli anni”, incoraggiandoci a proseguire.
È stato un pellegrinaggio più intimo e personale, ma insieme comunitario, vissuto condividendo passo passo la sua costruzione, nella fierezza crescente di portare la croce davanti a noi per testimoniare la nostra appartenenza a Cristo, offrendo i nostri passi anche per coloro che non potevano essere presenti.
Durante la sosta di Calino abbiamo conosciuto Sergio, un ciclista du Erbusco che da 10 anni partecipa a tutti i nostri Pellegrinaggi: non si rassegnava all’idea di non poterlo fare quest’anno. Si è recato a Gussago per percorrere il pellegrinaggio in bicicletta dalla Stella ad Adro, con l’immagine del volantino del Pellegrinaggio attaccata sul manubrio della bicicletta. Ci ha visti e riconosciuti nel tragitto verso Gussago e sulla via del ritorno verso Adro ci ha cercato. Ci ha accompagnato a piedi, con la bicicletta a fianco, per tutto il tragitto dell’ultima tappa.
Abbiamo portato con noi una nostra amica, impossibilitata a percorrere tutto il cammino, ma non per questo rassegnata a perdere un gesto così caro: ha registrato per noi con la sua voce i testi di Papa Francesco sulla Madonna del Rosario, che abbiamo ascoltato lungo il cammino. Si è unita a noi negli ultimi chilometri di strada.
Infine l’arrivo al Santuario Madonna della Neve di Adro dove sulla soglia della Chiesa ad attenderci e benedirci c’era P. Gino Toppan: un momento bello e commovente per tutti noi. Ci siamo inginocchiati davanti all’altare della Madonna e abbiamo consegnato le nostre preghiere e quelle dei nostri amici.
In seguito abbiamo saputo che lo stesso giorno e nei giorni successivi hanno avuto luogo altri Pellegrinaggi con meta il Santuario della Madonna della Neve di Adro.
Il desiderio di P. Gino si avverava: un gesto di devozione alla Madonna caro a tutti noi trovava comunque il modo di continuare in forme e modi diversi in questo tempo di Coronavirus.
Davide, Giovanna, Federica, Gianni, Giuliana, Riccardo, Silvano

