«Eccoci al tempo sacro dell’Avvento che più di ogni altro potremmo chiamare il tempo delle anime interiori, di quelle che vivono sempre e in ogni cosa “nascoste in Dio con Cristo” [Col. 3,3], al centro di se stesse. Nell’attesa del grande mistero, mi piace approfondire il bel salmo XVIII che recitiamo spesso al Mattutino, e soprattutto questi versetti: “Egli ha collocato la sua tenda nel sole, e l’astro, simile ad un novello sposo che esce dal suo talamo, s’è lanciato a percorrere la sua orbita. Da una estremità all’altra del cielo si è compiuta la sua corsa, e nessuno si sottrae al suo calore” [Sal. 18, 6-7]. Facciamo il vuoto nella nostra anima perché egli possa slanciarsi in essa e comunicarle quell’eterna vita che è la sua. […]
Domandiamogli di renderci veri nel nostro amore, cioè di trasformarci in vittime di sacrificio, perché mi sembra che il sacrificio non si altro che l’amore tradotto in azione. “Mi ha amato e si è donato per me” [Gal. 2,20]: è così bello pensare che la vita del sacerdote come quella della carmelitana, è un avvento che prepara l’Incarnazione nelle anime!
Davide canta in un salmo che “il fuoco camminerà davanti al Signore” [Sal. 9,.3]. E non è l’amore quel fuoco? E non è anche la nostra missione preparare le vie del Signore attraverso la nostra unione a colui che l’Apostolo chiama un “fuoco divorante” [Eb 12,29]?».
Le parole che Santa Elisabetta della Trinità scrisse nel dicembre 1905 ci aiutano ad entrare nel «tempo sacro dell’Avvento» con un grande compito: fare in modo che «l’Incarnazione nelle anime» possa nuovamente accadere in noi e in tutti gli uomini. A questo serve il tempo dell’Avvento.
P. Aldino Cazzago ocd