Pensiero per l’Avvento – 2

Centro di questa seconda breve riflessione sull’Avvento è un testo di P. Maria Eugenio di Gesù Bambino (1894-1967), carmelitano francese, beatificato ad Avignone nel 2016.
In una conferenza sul mistero del Natale tenuta nel 1955 egli così affermava:

«Quando si considera la manifestazione di Nostro Signore, che cosa si vede? Si potrebbe dire: “Non vale la pena che Dio lavori tanto per fare le cose così male!”. Questa riflessione indica che Dio non fa le cose come noi. Si potrebbe dire che Dio le ha preparate male perché non è quello che noi avremmo fatto: “Se avessi preparato io la nascita di Nostro Signore, avrei fatto meglio! Per instaurare quaggiù il suo regno, il buon Dio non si è disturbato! Ha abbandonato suo Figlio sulla croce, l’ha votato a una serie di fallimenti. Quando lavoro io, cerco di fare le cose in modo che funzionino meglio”.
Noi siamo sconcertati. C’è qualche cosa che sconcerta le nostre idee e i nostri gusti. Per restare su questo piano, non possiamo accontentarci di una simile battuta, ma riconoscere piuttosto che non conosciamo le idee di Dio. Dobbiamo dar ragione al buon Dio. Egli ha fatto bene se è venuto al mondo a Betlemme in circostanze sconcertanti, se è morto in croce: niente di più perfetto che al Calvario e al presepe. Quello che ci sconcerta nel mistero del Calvario e di Betlemme è la povertà totale: non soltanto la povertà materiale, ma anche la povertà morale e spirituale. Appare chiaro che il buon Dio ha voluto introdurre ciò sulla terra.
Ha scelto per il Messia una famiglia povera. San Giuseppe e la Santa Vergine sono i discendenti di Davide, ma li ha privati dello splendore della loro origine: sono povera gente. Ed è voluto da Dio! Questi due figli di Davide sono artigiani. Dio avrebbe potuto dare a Gesù un padre “che ha dei soldi”: no, Giuseppe non ha niente! Inoltre Gesù fa in modo di venire al mondo quando sono fuori casa. La casa di Nazareth è povera, ma si sarebbero potute sistemare certe cose. Nasce mentre sono in viaggio, avendo per bagaglio solo quello che porta l’asino. A Betlemme, niente famiglia, niente casa amica: devono andare a cercare rifugio in una grotta. Betlemme somiglia un po’ a questa regione collinosa della Provenza: vi sono rocce e grotte. Non essendo accolti dagli abitanti, vanno a rifugiarsi in campagna» (Ecco il Dio Bambino, Edizioni OCD, Roma 2021).

Anche in questo Avvento lasciamoci sorprendere dalla «povertà totale» che Dio ha scelto per abitare fra noi e farsi prossimo ad ogni uomo.

Aldino Cazzago ocd

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