Pensiero per l’Avvento-Natale – 4

«L’Incarnazione è cosa diversa dalla bomba atomica. Questa ha una potenza considerevole e fa esplodere il nucleo degli atomi disgregandoli. La potenza dell’Infinito è ancora più grande ma non fa esplodere niente e appare nella povertà: trionfa nei fallimenti e nelle contraddizioni. Produce tutto ciò ma non disgrega nulla. […]. Chiedete a Gesù Bambino di farvi un po’capire il mistero che è in Lui, i suoi fallimenti, la sua povertà. Non guardate solamente la paglia, il bue e l’asinello; guardate l’annientamento di Dio. Quando si parla dell’annientamento di Gesù Bambino, ci si potrebbe accontentare del mistero del suo sorriso, della luce che annuncia la sua venuta, dei pastori. È il mistero in se stesso che però bisogna guardare, è Gesù Bambino in sé […]» (Maria Eugenio di Gesù Bambino, Ecco il Dio bambino, Edizioni OCD, Roma 2021).

Queste parole di padre Maria Eugenio ci conducono al cuore stesso del Natale la nascita tra gli uomini del Figlio di Dio – e aiutano il nostro sguardo a restare fisso sull’essenziale: l’«annientamento di Dio» che la nascita di Gesù Bambino ha svelato al mondo intero. La potenza di Dio non si è manifestata nella forza ma nella «povertà», nella carne del Figlio.

Per costruire il mondo a propria immagine e somiglianza e affermarsi così sugli altri, anche oggi gli uomini sono spesso portati a rifiutare questa «povertà» di Dio. Ai loro occhi essa appare inutile e forse anche dannosa per la loro vita. Diseguaglianze, ingiustizie, violenze, nuove e vecchie povertà segnano la vita di singoli individui, di gruppi sociali e dei popoli.

Solo l’accoglienza di questa «povertà» divino e umana può cambiare il cuore e la vita degli uomini, i loro rapporti e quelli tra i popoli.

Ogni volta che distogliamo il nostro sguardo da questa «povertà» impediamo a Dio di parlare al mondo e di continuare ad «abitare in mezzo a noi».

P. Aldino Cazzago ocd

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