Il 22 settembre 2020 è stato pubblicato il testo della lettera Samaritanus bonus della Congregazione per la dottrina della fede con l’approvazione di Papa Francesco sulla cura delle persone nelle fasi critiche e terminali della vita.
Il documento ribadisce che ogni forma di eutanasia è un crimine contro la vita umana e condanna il suicidio assistito e l’accanimento terapeutico.
Non esiste, infatti, nessun diritto a disporre della propria vita e di quella altrui.
Questo modo di pensare intacca alla radice il senso stesso della vita, che viene manipolata, anche sostenendo leggi che favoriscono pratiche eutanasiche, che procurano la morte ai malati e a chi non è ritenuto “adatto” a continuare a vivere nella nostra società.
Non mancano passi della lettera che toccano il tema delle cure palliative e altri che confermano la posizione della Chiesa sull’aborto.
Interessante è l’invito a stare con il morente perché “coloro che stanno attorno al malato non sono soltanto testimoni, ma segno vivente di quegli affetti, di quei legami, di quell’intima disponibilità all’amore, che permette al sofferente di trovare su di sé uno sguardo umano, capace di ridare senso al tempo della malattia. Perché, nell’esperienza di sentirsi amati, tutta la vita trova la sua giustificazione”.
Leggi l’articolo da Vatican News “L’eutanasia è un crimine contro la vita. Inguaribile non significa incurabile”.