Non poteva mancare nella lettera enciclica Fratelli tutti un chiaro riferimento alle religioni, come veicolo indispensabile alla fraternità mondiale. La Chiesa è convinta che la “sorgente della dignità umana e della fraternità per i cristiani, in particolare, stia nel Vangelo di Gesù Cristo, dal quale scaturisce, sia per il pensiero sia per l’azione pastorale, l’importanza fondamentale della relazione, dell’incontro, della comunione universale con l’umanità intera.
Le religioni al servizio della fraternità nel mondo
L’ultima parte di questa Enciclica è dedicata alle religioni e al loro ruolo al servizio della fraternità. Le religioni raccolgono secoli di esperienza e di sapienza, e dunque devono partecipare al dibattito pubblico così come la politica o la scienza (cfr n. 275). Per questo, la Chiesa non relega la propria missione all’ambito del privato. «È vero», precisa Francesco, «che i ministri religiosi non devono fare politica partitica, propria dei laici, però nemmeno possono rinunciare alla dimensione politica dell’esistenza» (n. 276). La Chiesa, dunque, ha un ruolo pubblico che si adopera anche per la fraternità universale (cfr ivi).
La sorgente della dignità umana e della fraternità per i cristiani, in particolare, sta nel Vangelo di Gesù Cristo, dal quale scaturisce, sia per il pensiero sia per l’azione pastorale, l’importanza fondamentale della relazione, dell’incontro, della comunione universale con l’umanità intera (cfr n. 277). La Chiesa «con la potenza del Risorto, vuole partorire un mondo nuovo, dove tutti siamo fratelli, dove ci sia posto per ogni scartato delle nostre società, dove risplendano la giustizia e la pace» (n. 278).
Un appello alla pace e alla fratellanza
Fratelli tutti si conclude con un appello e due preghiere che ne esplicitano il senso e i destinatari.
L’appello, in realtà, è un’ampia citazione del documento firmato dal Papa e dal Grande Imam Aḥmad al-Tayyeb ad Abu Dhabi, e riguarda proprio la convinzione che «le religioni non incitano mai alla guerra e non sollecitano sentimenti di odio, ostilità, estremismo, né invitano alla violenza o allo spargimento di sangue. Queste sciagure sono frutto della deviazione dagli insegnamenti religiosi, dell’uso politico delle religioni e anche delle interpretazioni di gruppi di uomini di religione» (n. 285).
Tra gli altri riferimenti offerti nel testo, annotiamo che il Papa ha voluto ricordare in particolare il beato Charles de Foucauld, che «voleva essere, in definitiva, “il fratello universale”. Ma solo identificandosi con gli ultimi arrivò ad essere fratello di tutti» (n. 287). Per Francesco la fratellanza è lo spazio proprio del Regno di Dio, nel quale lo Spirito Santo può venire, abitare e agire[11].
«…così regnerà Filadelfia, città dei fratelli»
Dopo aver percorso Fratelli tutti, cercando di porre l’accento sui suoi temi fondamentali, vorrei concludere citando uno scrittore argentino, Leopoldo Marechal, molto apprezzato da papa Francesco, del quale mi aveva parlato quando lo intervistai nel 2013.
Marechal ha descritto la «città dei fratelli, Filadelfia» nel suo capolavoro Adàn Buenosayres, opera che narra un periplo simbolico di tre giorni del poeta Adàn all’interno della geografia di una Buenos Aires metafisica. Si riconosce in particolare l’influsso di Dante nel settimo libro del romanzo, intitolato Viaje a la Oscura Ciudad de Cacodelphia, evidente parodia dell’Inferno.
Ma veniamo a Filadelfia che – scrive Marechal – «innalzerà le sue cupole e i suoi campanili sotto un cielo splendente come il viso di un bambino. Come tra i fiori la rosa, come tra gli uccellini il cardellino, come tra i metalli l’oro, così regnerà Filadelfia, città dei fratelli, fra le metropoli del mondo. Una moltitudine pacifica e felice percorrerà le sue strade: il cieco vedrà la luce, chi negò affermerà ciò che ha negato, l’esiliato calcherà il suolo natio, e il dannato sarà infine redento…»[12].
Come tra i fiori la rosa, così regnerà la «città dei fratelli» fra le metropoli del mondo, scrive Marechal. E Francesco con questa Enciclica punta diritto alla venuta del «Regno di Dio», come preghiamo nel Padre nostro, la preghiera che ci vede tutti fratelli perché figli di un unico Padre. Il senso del Regno di Dio è la capacità dei cristiani di mettere la buona notizia del Vangelo a disposizione di tutta l’umanità, di tutti gli uomini e le donne senza distinzione alcuna, come risorsa di salvezza e pienezza. In questo caso il Vangelo della fratellanza.