Vinto da Uno più potente

A 200 anni da quel 5 maggio…

Tra il cristianesimo e qualsiasi altra religione c’è la distanza dell’infinito. Conosco gli uomini e vi dico che Gesù non è (solo) un uomo […]. Tutto di Gesù mi sorprende. Il suo spirito mi supera e la sua volontà mi confonde. Tra lui e qualsiasi altra persona al mondo non c’è possibilità di paragone… E’ un mistero insondabile… Cerco invano nella storia qualcuno simile a Gesù Cristo o qualcuno che comunque si avvicini al Vangelo… Nel suo caso tutto è straordinario…. Che gioia procura questo libro! Dal primo giorno fino all’ultimo, egli è lo stesso, sempre lo stesso, maestoso e semplice, infinitamente severo e infinitamente dolce… Che parli o che agisca, Gesù è luminoso, immutabile […]. Il più grande miracolo di Cristo è stato fondare il regno della carità: solo lui si è spinto ad elevare il cuore umano fino alle vette dell’inimmaginabile…, ha stabilito un legame tra il cielo e la terra. Tutti coloro che credono in lui, avvertono questo amore straordinario, superiore, soprannaturale… E’ il solo che abbia detto chiaramente e affermato senza esitazione egli stesso di sé: io sono Dio […]. Voi parlate di Cesare e di Alessandro, delle loro conquiste e dell’entusiasmo che seppero suscitare nel cuore dei soldati, ma quanti anni è durato l’impero di Cesare? Per quanto tempo si è mantenuto l’entusiasmo dei soldati di Alessandro? Invece (per Cristo, per la chiesa) è stata una guerra, un lungo combattimento durato trecento anni, cominciato dagli apostoli e proseguito dai loro successori e dall’onda delle generazioni cristiane. Dopo san Pietro i trentadue vescovi di Roma che gli sono succeduti sulla cattedra hanno, come lui, subìto il martirio. Durante i tre secoli successivi, la cattedra romana fu un patibolo che procurava sicuramente la morte a chi vi veniva chiamato… In questa guerra tutti i re e tutte le forze della terra si trovano da una parte, mentre dall’altra non vedo nessun esercito, ma una misteriosa energia, alcuni uomini sparpagliati qua e là nelle varie parti del globo e che non avevano altro segno di fratellanza che una fede comune nel mistero della Croce… Potete concepire un morto che fa delle conquiste con un esercito fedele e del tutto devoto alla sua memoria?.. Questa è la storia dell’invasione e della conquista del mondo da parte del cristianesimo… I popoli passano, i troni crollano e la chiesa rimane! Quale è, dunque, la forza che mantiene in piedi questa chiesa, assalita dall’oceano furioso della collera e dell’odio del mondo? Qual è il braccio, dopo diciotto secoli, che l’ha difesa dalle tante tempeste che hanno minacciato di inghiottirla?”.

Pochi sanno chi è colui che ha espresso queste riflessioni e giudizi lucidi. E’ uno degli uomini più celebri della storia, persecutore della Chiesa Cattolica, esiliato dal 1815, per sette anni, nell’isola di Sant’Elena, residente in una specie di baracca, che era servita da stalla, la “cascina di Longwood”: Napoleone Bonaparte! Così per il grande stratega, dominatore di mezza Europa, temibile avversario di Papi e Vescovi, che aveva fatto sopprimere centinaia di Ordini religiosi, migliaia di chiese, conventi, facendo asportare innumerevoli opere d’arte…, il personaggio storico su cui forse è stato scritto più di tutti (si calcolano circa un milione di titoli di libri su di lui e la sua epoca),  dopo lunghe meditazioni, proprio il Cristianesimo risulta essere di carattere “divino”. I pensieri del generale Bonaparte, espressi negli anni di quella prigionia, sono riportati in un libretto, “Conversazioni religiose” (pubblicato da Editori Riuniti, Roma, 2004):  i suoi discorsi informali con alcuni generali, compagni di esilio, trascritti e dati alle stampe per la prima volta da Antoine de Beauterne nel 1840, sono sempre di questo tenore, sino alla conclusione. Le riflessioni evidenziano un Mistero, una Forza, più grandi delle potenze terrene, che caratterizzano l’Avvenimento di Cristo; l’ex  Imperatore, pur avendo avuto un  rapporto complesso con Dio e con la Religione, negli ultimi anni non nascose una certa fede cristiana, meditò su questa e “la tradusse in fatti concreti: domandò con insistenza al governo inglese di ottenere la celebrazione della Messa domenicale a Sant’Elena”; fu grato verso sua madre e un vescovo, quello di Nantes, perché da loro fu «aiutato a raggiungere la piena adesione al cattolicesimo»; concesse il suo perdono a coloro che lo avevano tradito. Infine, sappiamo da testimonianze della stessa interessata da adulta, la figlia del generale Bertrand, esiliato nello stesso luogo, che Bonaparte, accortosi in un breve colloquio con lei, bambina, che questa non conosceva le verità della fede cristiana, con grande serietà iniziò il giorno dopo a impartirle lezioni di catechismo: una bambina piccina, su uno scoglio sperduto dell’Oceano, fu contenta di avere come catechista l’ex Imperatore dei Francesi, il fulmine di guerra, … Le ultime lezioni furono sofferte, come racconterà la donna: Colui che dominò i popoli si commuoveva nel raccontare la passione di Gesù. Lei fu pronta per ricevere la prima Comunione quando nell’Isola venne un prete della Corsica, l’Abate Vignali,  …  Questi qualche giorno dopo diede il Perdono e amministrò il Santo Viatico del Corpo di Cristo a colui che alcuni avevano chiamato con tremore l’ “Anticristo” (Cfr. – P. Bargellini, Il libro degli esempi. Firenze, Vallecchi Editore, 1963, pp. 201-206 – A. Socci, Indagine su Gesù, Milano, Rizzoli, 2008, pp.73-75 e 289-290 – G. Biffi, Napoleone vinto anche da Dio,  Avvenire del 29 ottobre 2013).

Alessandro Manzoni, che si astenne da facili giudizi e non era stato un adulatore, né un calunniatore di Napoleone, quando questi era in vita, fu scosso dalla notizia della morte, appresa nel luglio 1821, e compose quasi di getto la celebre Ode Il 5 maggio (che molti di noi a scuola hanno imparato anche a memoria…): riconobbe nel genio di Bonaparte una “… più vasta orma del creator suo spirito” che “il Massimo Fattore” volle stampar. Il poeta-Scrittore cristiano termina con una lode a Dio e alla Fede che ha fatto chinare verso il Crocifisso una delle menti più alte e superbe della storia umana. Infatti quell’uomo potente, reso impotente, fu consolato dalla Fede che disperde ogni giudizio di condanna, ogni parola cattiva, ria, sulla sua vita passata, fu confortato dai Sacramenti, ricevuti nelle ultime ore:

Bella Immortal !  benefica
fede ai trionfi avvezza!
scrivi ancor questo, allegrati;
ché più superba altezza
al disonor del Golgota
giammai non si chinò.

Tu dalle stanche ceneri
sperdi ogni ria parola:
il Dio che atterra e suscita,
che affanna e che consola,
sulla deserta coltrice
accanto a lui posò.

Così quella “cascina”, che vide prigionia e agonia di Napoleone, chiamata per molto tempo “della maledizione” (trovata decenni dopo, al momento della riesumazione del corpo, in stato di completo abbandono, devastata da topi e animali…), come scrisse con delicatezza Piero Bargellini, possiamo considerarla “un santuario, dove prima di morire l’antico Imperatore… superò il proprio disonore chinandosi al ‘disonor del Golgota , consolato nel proprio patire dalla passione del Figlio di Dio”.

Ci sono i segni che la Potenza e la Misericordia divina hanno vinto nell’anima, nella vita di quest’uomo tanto discusso; in maggioranza, storici e commentatori, anche in questi giorni, in tanti giornali, hanno scandagliato la sua storia, gli aspetti del suo potere umano, le sue glorie e i suoi fallimenti, ma forse non hanno colto, o non hanno valutato  in modo adeguato, questa Vittoria sovrumana. Solo le anime semplici e vere colgono quello che i sapienti di questo mondo spesso non sanno vedere. Che ciascuno di noi sappia scorgere l’Opera di Dio fra le trame complesse della vita e, proprio nella situazione di impotenza e di debolezza, e anche di peccati molteplici, possa ritrovare ancora di più la fiducia e la speranza nel Signore misericordioso.

Padre Agostino Pappalardo, ocd

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