di Amalia Masset, Trento
Anche nel Movimento Ecclesiale Carmelitano, come in numerosissime altre realtà – oltre alle vocazioni alla vita religiosa e accanto alla generosa donazione di sé, in forma privata, da parte di tante persone -, è fiorita una forma di vita consacrata specifica, che si concepisce come espressione dell’amore a Gesù Sposo e alla Sua Chiesa secondo il carisma del Movimento.
L’esperienza della Fraternità Carmelo nel mondo è iniziata nel 2002 e, attraverso diverse vicissitudini, è andata precisandosi nei contenuti e nella modalità di intendere la vocazione di consacrate carmelitane nel mondo. Si tratta di un percorso che ha trovato una sua prima e importante realizzazione il 29 aprile 2012, quando i voti definitivi, seppur in forma privata, di verginità, povertà e obbedienza, sono stati pronunciati non in solitudine, ma all’interno di un unico momento comunitario. Un passo importante, pensato e fatto volutamente all’interno degli Esercizi Spirituali del M.E.C., a significare l’amore per questo pezzetto di Chiesa e il desiderio di sposare, con Gesù, in Gesù e per amor Suo, anche la storia del Movimento. Insieme e per sempre.
Poiché la forma di vita della Fraternità Carmelo nel mondo non si situa esattamente né nella condizione dei laici sposati né in quella dei religiosi, la Regola di vita che la sostiene cerca di dare carne ai consigli evangelici unendo l’aspetto dell’amore verginale e totale a Gesù, unica vera ricchezza della vita, alle necessità dello stato laicale, sempre sollecitato da mille urgenze. Quanti abbracciano la Fraternità, infatti, sono immersi nella vita di tutti, lavorano e amano il mondo – che Dio Padre ha tanto amato «da dare il Suo unico Figlio» (Gv 3, 16) – nei luoghi, nelle situazioni personali e nelle circostanze oggettive in cui vivono. Lì dove ognuno si trova, con tutta la sua persona, desidera essere come una pietra posta da Dio a fondamento, capace di amarLo sino al punto in cui la Sua Passione e Morte si sono mostrate. Oppure, per dirla con le parole di Madeleine Delbrêl, una «cellula amante», che vede il volto dello Sposo in ogni volto che incontra perché attraverso ogni volto Lui la raggiunge. Sono persone che sanno di essere chiamate, come Maria, ad essere porte aperte alla Grazia, dimora e trasparenza di Dio, strumenti attraverso i quali il Suo amore possa toccare gli uomini con la massima profondità e nella massima estensione possibili. Tutto questo, come già accennato, anzitutto dentro un amore ardente e operoso al Movimento, abitato e custodito come la propria casa affinché possa essere offerto a tutti.
Un momento particolarmente significativo per la vita della Fraternità è accaduto lo scorso 2 dicembre a Roma, nella cappella della Casa Generalizia dei Carmelitani Scalzi e all’interno di una Celebrazione Eucaristica presieduta da p. Paolo De Carli e p. Angelo Lanfranchi, che fin dagli inizi hanno custodito con cura paterna, insieme a p. Antonio, questa storia di amicizia in Cristo. In quell’occasione, ha emesso i suoi voti definitivi un’amica del M.E.C. della Romania. Si è trattato di un evento carico anche di un valore simbolico, che indica l’orizzonte sconfinato che la Fraternità – vera famiglia di vergini – desidera avere: il mondo intero.
I membri della Fraternità, che sono sparsi in 7 luoghi diversi, anche fuori dall’Italia, si incontrano periodicamente, sia in videoconferenza su Skype che di persona, agli Esercizi Spirituali del M.E.C. o in altri momenti organizzati appositamente, privilegiando sempre i momenti comunitari del Movimento.
Chi desiderasse conoscere più da vicino questa realtà può scrivere a carmelonelmondo@gmail.com