ABITARE
La casa per l’uomo: ospite, abitante, “abitato”
In tempi come i nostri che hanno visto il succedersi di frequenti terremoti, di conflitti bellici e di migrazioni epocali, tra i temi più attuali e drammatici che stanno sullo sfondo emerge quello della “casa”. La casa povera, perduta e abbandonata; così come la casa desiderata, costruita e, finalmente, abitata; ma anche le case “intelligenti” del futuro (le cosiddette smart city). Per l’uomo abitare è un dato naturale e costitutivo del fatto stesso di essere uomo: per cui “l’abitare” non è “una” tra molte azioni umane, ma piuttosto l’orizzonte che avvolge e ordina “tutto”. Ecco perché l’uomo sa di dover re-imparare, ad ogni passo, cosa significhi davvero abitare questo mondo. Ed ecco perché, per farlo, è necessario guardare a chi ha abitato questa vita come un figlio, nella pace di chi è casa. In fondo, il dono di Gesù è il destino offerto al cuore di ogni uomo: ospite su questa terra, poiché “abitato” da un “castello” (dove il Cielo della Trinità sta nella stanza più profonda), il nostro cuore può aver casa ovunque. Persino nell’esilio, persino nel dolore: se in fondo l’uomo abita davvero dove ama, e se è davvero a casa quando è amato.
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