Noi del Baule della solidarietà, ormai da sette anni, distribuiamo mensilmente 15-20 pacchi alle famiglie bisognose, accogliendole, un sabato mattina al mese, tra le mura del convento dei Padri Carmelitani Scalzi in Castello a Brescia.
In questo periodo di limitazione di tutte le attività, ci siamo interrogati sull’opportunità di proseguire con la distribuzione.
Abbiamo valutato alcuni impedimenti di natura logistica, come, ad es., non poterci incontrare (siamo generalmente 6-7 volontari) per comporre i pacchi, non poterci spostare da casa per raggiungere il magazzino viveri presso il Baule e il convento dei frati e non poter chiedere alle famiglie bisognose di raggiungerci per ritirare i pacchi o distribuirli a domicilio direttamente nelle loro case.
Nello stesso tempo abbiamo constatato che, proprio in questo periodo, si sono acuite la necessità delle famiglie bisognose che incontriamo: molti hanno perso il lavoro già precario che avevano e versano in condizioni sempre più critiche.
Dopo un confronto tra noi, abbiamo concordato di provare a proseguire la distribuzione, riducendo al massimo i rischi per ciascuno. Ci siamo mossi in questo modo:
– abbiamo stabilito che i volontari coinvolti nella consegna dei pacchi fossero solo 2;
– abbiamo richiesto, per la nostra attività, regolare autorizzazione da parte della Protezione Civile e in breve tempo abbiamo ottenuto un documento che ci autorizzava agli spostamenti per recuperare i beni alimentari stoccati sia al Baule sia in Castello e per portare i pacchi alle famiglie;
– abbiamo confezionato i pacchi nelle nostre case all’aperto, così abbiamo vissuto una stretta collaborazione tra genitori e figli;
– come augurio pasquale abbiamo arricchito i pacchi con le uova di Pasqua solidali, che di solito vendiamo per sostenere le nostre missioni;
– abbiamo curato la distribuzione dei pacchi alle famiglie, lasciandoli davanti alla loro porta di casa.
Tutte le famiglie ci hanno manifestato la loro sorpresa e la loro gratitudine per la nostra vicinanza.
Come ha scritto Papa Francesco nel messaggio per la Giornata dei poveri, nel servizio che viviamo stiamo facendo l’esperienza che “i poveri ci evangelizzano, aiutandoci a scoprire ogni giorno la bellezza del Vangelo”. Consapevoli di essere solo una piccola goccia nell’oceano, proviamo a seguire con semplicità di cuore e con gioia l’invito che ancora il Papa, continuando, ci ha rivolto: “Non lasciamo cadere nel vuoto questa opportunità di grazia. Sentiamoci tutti (…) debitori nei loro confronti, perché tendendo reciprocamente le mani l’uno verso l’altro, si realizzi l’incontro salvifico che sostiene la fede, rende fattiva la carità e abilita la speranza a proseguire sicura nel cammino verso il Signore che viene».
Un’ultima breve riflessione: qualcuno potrebbe pensare che sarebbe più facile dare a ciascuna famiglia una somma di denaro. Siamo convinti che la vicinanza a chi è nel bisogno non si esprime solo “economicamente”, ma attraverso una relazione sostanziale, un incontro con le persone. Per amore del Signore ognuno di noi offre gratuitamente il proprio tempo, il proprio impegno e la propria umanità, affrontando i rischi che ciò comporta. La nostra è una mano che si protende per cercare di capire e di risolvere, secondo le nostre capacità, situazioni di disagio, per condividerle, a volte, semplicemente con uno sguardo amico.
In questo periodo, un aiuto nella difficoltà, insperato, acquisisce un valore ancora più significativo. Ciò vale per tutti, anche per noi volontari.
Giulia, Sara, Federica, Silvia, Davide, Paolo, Giacomo, Silvano, Davide.
