Brescia, 18 marzo 2020
Miei cari,
siamo alla vigilia della festa di San Giuseppe. Per invocare la Sua protezione, in questo momento di emergenza sanitaria, la Conferenza Episcopale Italiana invita ogni fedele, ogni famiglia e ogni comunità religiosa a pregare in casa recitando insieme il Santo Rosario alle ore 21.00 di domani sera. Potendolo, ci si può anche sintonizzare sulle frequenze di TV2000.
Quello che desidero aggiungere riguarda solo la nostra bella tradizione carmelitana.
Certamente sapete già che S. Teresa d’Avila ha vissuto e insegnato una particolarissima devozione a questo Santo, tanto che a lui dedicò tutti i diciassette monasteri da lei fondati.
Nella sua Vita, quando racconta di una gravissima malattia che la colpì in giovane età e l’aveva quasi paralizzata, ricorda anche i molti inutili tentativi dei medici per guarirla, e poi aggiunge:
«Allora presi per mio avvocato e patrono il glorioso S. Giuseppe, e mi raccomandai a lui con fervore. Questo mio Padre e Protettore mi aiutò nella necessità in cui mi trovavo… Ho visto chiaramente che il suo aiuto mi fu sempre più grande di quello che avrei potuto sperare. Non mi ricordo finora di averlo mai pregato di una grazia senza averla subito ottenuta… Ad altri Santi sembra che Dio abbia concesso di soccorrerci in questa o in quell’altra necessità, mentre ho sperimentato che il glorioso S. Giuseppe estende il suo patrocinio su tutte. Con ciò il Signore vuol farci intendere che a quel modo che era a lui soggetto in terra, dove egli come padre putativo gli poteva comandare, così anche in cielo fa tutto quello che gli chiede. Ciò han riconosciuto per esperienza anche altre persone che dietro mio consiglio si sono raccomandate al suo patrocinio… Per la grande esperienza che ho dei favori ottenuti da S. Giuseppe, vorrei che tutti si persuadessero ad essergli devoti… È già da vari anni che nel giorno della sua festa io gli chiedo qualche grazia, e sempre mi sono vista esaudita… Chiedo solo per amore di Dio che chi non mi crede ne faccia la prova…» (cap. VI).
Aggiungo qui una delle più belle preghiere dedicate a San Giuseppe (composta da papa Leone XIII), che possiamo recitare assieme dopo il Rosario, come si usava fare una volta:
«A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, insieme con quello della tua santissima Sposa. Deh! Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno, la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto soccorri ai nostri bisogni. Proteggi, o provvido Custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo; allontana da noi, o Padre amantissimo, la peste di errori e di vizi che ammorba il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta contro il potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del Bambino Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso possiamo virtuosamente vivere, piamente morire, e conseguire l’eterna beatitudine in cielo. Amen».
Il linguaggio un po’ antico, invece di infastidirci, ci può far sentire in comunione con le generazioni che ci han preceduto e hanno affidato alla protezione di San Giuseppe le loro pene e le loro speranze. La Madonna e Gesù Bambino ne saranno contenti.
Continuiamo a offrire alla Sacra Famiglia anche le privazioni che dobbiamo subire (anche quelle “spirituali!”) sapendo – come ci ha insegnato S. Teresa – che «Nulla manca a chi ha Dio».
Vi benedico paternamente con affetto,
P. Antonio M. Sicari