Riportiamo la lettera scritta da P. Arcesio dopo la sua partecipazione agli Esercizi Spirituali Internazionali 2017.
“Bogotá, 29 aprile 2017
Padre
ANTONIO SICARI E FAMIGLIE DEL MEC
Italia
Carissimi fratelli e amici tutti,
mi sono svegliato questa mattina prima delle quattro, dopo questo lungo viaggio dall’Italia, con una gioia grande nel cuore e una serena gratitudine al Signore e a ognuno di voi, per tutto ciò che abbiamo vissuto in questi meravigliosi giorni di incontro spirituale e fraterno.
Già dal momento del mio arrivo all’aeroporto di Milano, fino al decollo da queste bellissime terre, ho ricevuto in maniera ininterrotta manifestazioni di amore, accoglienza e stima. Nuovamente mi sentii in famiglia come quattro anni fa, quando ebbi la gioia di condividere con voi il periodo degli esercizi spirituali, l’incontro con alcune famiglie e le visite nei conventi dei padri.
Questa è una caratteristica molto speciale, propria dei membri del MEC: formare un ambiente famigliare e far sentire le persone parte di questa famiglia, per la quale ringrazio Dio e voi. In tutti i luoghi dove sono stato posso constatare che, oggi quando si parla della crisi delle famiglie e la frammentazione di questo nucleo sociale tanto speciale ed ecclesiastico, il MEC si è trasformato in una risposta di Dio rivolta a tutti, per creare e sostenere le famiglie e per offrire un fraterno giaciglio a chi non lo ha, a chi lo ha perso, o per chi vuole rafforzare i suoi vincoli famigliari.
Questa è l’esperienza concreta di una spiritualità assimilata per dare risposta, dallo Spirito di Cristo Resuscitato, a una necessità urgente del mondo d’oggi.
Durante gli esercizi, abbiamo potuto constatare che sia per i “veterani” che per i nuovi arrivati, sia per i membri più attivi del MEC e i visitanti, tutto è trascorso con grande naturalezza tanto da dare la sensazione di essere sempre vissuti assieme. Osservai con attenzione l’allegria e la spontaneità dei bambini e dei giovani che con grande gioia si incontravano con gli amici di sempre, con i quali son cresciuti assieme, amando questi momenti di condivisione. Tutti si sentivano in famiglia, erano amici nel Signore e non facevano grandi sforzi per integrarsi, bensì era naturale per loro stare assieme, pregare assieme e divertirsi assieme.
Allo stesso modo successe con gli adulti, i religiosi e religiose, tutti vivendo l’esperienza costruttiva di una vita famigliare nel Signore, pieni d’amore, d’attenzione verso gli altri, accoglienza, servizio… ognuno intento a dare il meglio di se stesso per il buon svolgimento, in modo che nulla manchi, cosicché tutti possano vivere l’esperienza di un incontro con il Signore in famiglia.
In ogni momento mi sorprese la delicatezza e l’amorevolezza che mi circondava, la maniera in cui venivano instaurate le relazioni fra tutti, e allo stesso modo mi colpì la bellezza di ogni realtà espressa nel canto, nella musica, nei fiori, nello scenario artisticamente preparato per comunicare l’esperienza di Dio, la organizzazione presente in tutto, il servizio disinteressato e generoso dei tanti servitori presenti in ogni gruppo, in ogni comunità; le attività con i giovani, i bambini e l’impegno di ognuno dei loro responsabili, il grande servizio dei traduttori, degli incaricati ai mezzi di comunicazione, proiezione e direzione… e i mille e più servizi attraverso i quali ognuno faceva le veci di Gesù servendo in famiglia gli altri fratelli.
Ringrazio Padre Antonio Sicari per essere lo strumento del Signore che innalza la ricchezza del sapere e per il servizio permanente di fonte di saggezza e spiritualità dalla quale spontaneamente sgorga dalla profondità del suo cuore e del suo rapporto con il Signore, dalla quale ci disseta tutti in ogni istante della nostra vita.
Voglio ringraziare ognuno dei miei fratelli carmelitani che con amore mi accolsero nelle Case e ai laici che allo stesso modo mi regalarono la loro amicizia, vicinanza e comunione. In ogni convento ricevetti dai Carmelitani e dai laici segni della presenza del Regno che si esprime in dettagli di amore, accoglienza e servizio; ringrazio le madri Carmelitane che mi hanno accolto come un fratello, le quali ora porto nel mio cuore. Ai direttori di Punto Missione che con il loro servizio fanno in modo che l’esperienza spirituale si trasformi in opere concrete di carità, proprio come diceva santa Teresa di Gesù: “Opere, opere sorelle mie vuole il Signore”. A loro e ad ognuno di voi va il mio ringraziamento.
Tra poche ore saremo nella periferia della grande città di Bogotà, benedicendo la casa delle Suore Teresiane, che è la comunità che accompagnerà e animerà la costruzione della Città di Dio de “Entre Nubes”, che prende il nome da un parco presente nelle sue vicinanze.
Questa Città di Dio è situata nella parte più povera della città, ed è formata da famiglie povere e bisognose, famiglie che Dio ci pone dinnanzi per provare ad aiutarle; accogliendo pure bambini, giovani, gruppi di formazione umana e spirituale, eccetera. Lì, come in ogni Città di Dio, si continuerà a PREGARE, AMARE E SERVIRE.
Con tutto il mio cuore vi saluto, vi ricordo nelle mie preghiere e chiedo a Dio che vi ricompensi di tutto ciò che avete fatto per me durante questa indimenticabile esperienza.
Con amore fratern
P. José Arcesio Escobar E. ocd