(di Giuliana Chiovaro e Francesco Celano)
Vivere la storia del Movimento Ecclesiale Carmelitano significa anche meravigliarsi per la bellezza della storia umana, poiché proprio Cristo si è incarnato nella realtà degli uomini. Ecco perché, il giorno 27 dicembre 2016, abbiamo scelto di cominciare la vacanzina degli studenti delle comunità di Palermo ed Alcamo, con una visita guidata al Castello medievale di Caccamo, dalle cui mura traspira la storia della nostra isola, ed il cui meraviglioso paesaggio che lo circonda ha rapito i giovani carmelitani.
Dopo un fugace pranzo al sacco, ci siamo diretti all’Oasi Francescana di Pergusa, dove ci hanno raggiunto i giovani delle comunità di Enna e Catania, per un totale di settanta persone.
Finiti i saluti ci siamo sistemati nelle camere e alle ore 18.00 abbiamo celebrato la Santa Messa, presieduta da Padre Paolo de Carli che ci ha accompagnato per tutti i tre giorni con la sua paterna presenza, dando ai ragazzi uno spunto di riflessione per la meditazione dell’indomani.
Dopo la cena i ragazzi più grandi della comunità di Palermo hanno organizzato un momento di divertimento con giochi e sketch, che ci ha fatto ricordare come può essere bello un sano divertimento!
Il secondo giorno è cominciato con le lodi e la meditazione. Ciascuno di noi, tra ragazzi e responsabili, è stato invitato ad esporre la sua riflessione su quattro parole: amicizia, comunità, movimento e Chiesa. Così si è svolto un bel momento di confronto e preghiera che ci ha stupito per la sua ricchezza.
Alle 12.00 abbiamo celebrato la mensa eucaristica e a seguire il pranzo.
Nel pomeriggio abbiamo visitato la Mostra dei Presepi di Enna, nel Quartiere di S. Bartolomeo, organizzata dall’Associazione Amici del Presepe, e la Chiesa dello Spirito Santo, nella zona alta di Fundrisi.
Tornati in struttura, dopo la cena, i ragazzi hanno organizzato la serata incentrata su un “giallo” da risolvere insieme, divisi in squadre. E anche lì, la comunione e la gioia dello stare insieme l’hanno fatta da padroni.
Il terzo ed ultimo giorno è il giorno dei saluti. Dopo le lodi al Signore, Padre Paolo ha invitato tutti noi a riflettere: cosa o chi portavamo con noi da questa vacanza? Cosa ci ha insegnato?
Prima di tornare alle rispettive case, alle ore 12.00 abbiamo celebrato la Santa Messa, ed è stato un profondo momento di rinascita e di partecipazione, in cui ogni comunità, come un sol respiro, ha ringraziato Dio dell’amicizia e della storia che stiamo vivendo, dono di Lui per farci vivere al meglio la nostra vocazione.
Ecco la testimonianza di uno studente della comunità di Catania, Francesco Celano, che così racconta la sua esperienza:
“Un miracolo può anche essere una cosa semplice e non per forza un prodigio: in un momento di noia, mentre il silenzio dell’imbarazzo ha il sopravvento, basta una persona che si fa avanti con la sua chitarra che, suonandola, riesce a trascinarne tante altre con sé. Terrò sempre nel cuore il ricordo di come tutto è stato più bello e divertente, perché sono riuscito a suonare insieme a tre persone e a coinvolgere tutti gli altri a cantare. Una gioia e un “ricrearsi” puro, che è stato possibile vivere all’interno del mio Movimento, e che non sarebbe stato possibile altrove.” Quello della musica era solo un esempio, ma tutto durante quei pochi giorni era più bello di un qualsiasi viaggio organizzato all’esterno della comunità.
Abbiamo riflettuto e commentato insieme quattro parole fondamentali della nostra realtà: amicizia, comunità, movimento, Chiesa. Io ho pensato che la prima fosse la più immediata e semplice, ma che se non curata da un’educazione, se non “addomesticata” come vuole il Piccolo Principe, porta solo alla formazione di una comitiva di amici, invece la nostra è una comunità innanzi tutto, perché condividiamo, mettiamo in comunione, l’amicizia con Cristo tra di noi; poi essa è un Movimento, lo stadio più difficile da affrontare per motivi ovvii: non sempre siamo disposti ad andare incontro al nostro amico. E proprio ritornando sull’amicizia, è uscito fuori che soltanto l’amicizia in Cristo, quella che conduce a Lui e che abbiamo vissuto durante la vacanza, può essere di lunga durata e di intensa profondità.
Il bello del Movimento è poi di non accontentarsi solo di pochi amici, ma di puntare sempre oltre, sempre più in là. Il senso della vacanzina infatti era proprio questo: allargarsi sempre il più possibile, non ridurre tutto a episodi sporadici, ma fondare una vera e propria storia. Questo ci farà riconoscere dagli altri, perché una volta fatta realmente esperienza di Cristo, sarà impossibile per noi non portarlo nel cuore di altri.
Cristo sarà per sempre norma della nostra vita.