La vacanza degli studenti a Passo Cereda (30-12-2016 / 2-1-2017)
(di Giovanni Lorenzi – Comunità studenti MEC di Trento)

La storia continua: quella di noi ragazzi e del nostro stare insieme. Una storia formata non da tanti episodi sconnessi e privi di un filo conduttore, ma capace di intercettare i cuori di ognuno fino a formare l’unità che rappresentiamo; una storia di comunione che unisce le nostre città così distanti: Adro, Brescia, Trento, Verona, Treviso. La “vacanzina” degli studenti a passo Cereda per il capodanno 2016-2017 è stata proprio questo: “non un episodio ma una storia”, un tempo in cui non c’è stato spazio se non per onorare quei legami saldi che – come stiamo imparando dalla Scuola di Cristianesimo di quest’anno – definiscono l’uomo e ci uniscono, come l’amicizia o l’amore. Amicizie non basate soltanto sulla simpatia o sul pensare comune, ma legami che vogliono avere al centro la Persona di Gesù. E così, in più di 120, ci siamo ritrovati a Passo Cereda per festeggiare l’inizio del nuovo anno: si sono alternati momenti di gioco e preghiera, abbiamo ringraziato insieme per l’anno appena trascorso e abbiamo pregato per quello che è appena cominciato, ricordandoci che l’inizio è il passo più importante ma non deve essere l’unico: circostanza testimoniata da quei responsabili che tempo fa’ si trovavano tra le fila degli studenti e che poi, fidandosi delle persone che erano messe accanto come guida e credendo nella storia del MEC ancora da costruire, sono arrivati a diventare oggi punto di riferimento per noi ragazzi.

Un momento importante e costruttivo è certamente stato l’incontro con gli operatori della comunità “Nuovi Orizzonti”, fondato da Chiara Amirante, che con il racconto della loro vita e le loro testimonianze di fede ci hanno ricordato, in modo chiarissimo, come tutte le persone abbiano una dignità inconfutabile, anche quelle che si sono trovate o si trovano a vivere situazioni difficili, di male o di peccato, e che tutti abbiamo bisogno di uno sguardo su di noi capace di riconoscere la nostra dignità: perché la dignità non si attribuisce ma si riconosce!

Purtroppo la neve non ci ha accompagnato in questa vacanza di capodanno ma il freddo è comunque penetrato sotto le nostre coperte con le freddure e le barzellette con cui fra Jacopo ci svegliava al mattino. Il divertimento non è sicuramente mancato grazie alla magnifica serata di capodanno organizzata dai ragazzi di Adro nella quale, oltre ad aver consumato una cena davvero squisita, siamo entrati nel casinò di “Las Ceredas” per giocare d’azzardo con soldi finti. A dir la verità, a tutti per giocare è stato chiesto un euro; ma tutto l’incasso della serata è stato offerto per le Missioni. La festa si è conclusa dopo aver ballato tutta la notte.

Questa è stata la nostra “vacanzina”. A giudicare da come ci siamo salutati quando è stato il momento di ripartire – con abbracci calorosi e pieni di affetto – penso che il percorso che stiamo seguendo insieme ci stia unendo sempre di più ed è incredibilmente bello vedere come ogni persona nuova che si aggiunga nel corso di questa nostra storia venga accettata e voluta bene allo stesso modo da tutti. Di solito nei gruppi di città o a scuola, i “nuovi” tendono sempre ad essere emarginati, senza mai avere la possibilità di far parte di qualcosa di veramente grande. Noi siamo contenti di diventare una casa per qualcun altro, come un tempo gli altri lo sono stati per noi.

E non vedo l’ora di proseguire questa nostra storia.

 

 

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