Lettera aperta a P. Gino Toppan, nel suo settantesimo compleanno.

Carissimo P. Gino,

ieri sera Tiziano mi ha telefonato chiedendomi di scrivere un pezzo da pubblicare sul nostro sito, per celebrare i tuoi travolgenti/acrobatici 70 anni.

Noi, tuoi antichi amici muratori della parte di Chiesa che ci è toccata, avevamo pensato ad una cenetta coi fiocchi, durante la quale snocciolare un rosario di: “Ti ricordi…? Ti ricordi…? Ti ricordi…?”, rosario impossibile da concludere, tante sono le cose vere che abbiamo affrontato, vissuto e costruito insieme durante gli anni della nostra, prima giovane e oggi matura amicizia.

La tua e le nostre vocazioni sono cresciute assieme, si sono intrecciate e nutrite vicendevolmente, hanno generato storia e bellezza, hanno posto le basi di una Compagnia che sta continuando a vivere, abbiamo guardato senza paura il mondo, convinti che Cristo ci aveva messi insieme per aprirgli una strada ovunque ci trovassimo a vivere. Ciascuno di noi ha avuto il proprio irripetibile compito, a te è toccato muoverti come un … guerriero. Sì, mi è parso chiaro stamattina, quando mi hai detto che oggi sarebbe stato un “giorno di fuoco e fiamme” e ho capito, subito dopo, che alludevi al vangelo che avresti commentato poco dopo alla messa di questa domenica. Erano circa le dieci e ti stavi certamente preparando alla celebrazione. Chiusa la telefonata ti ho visto nelle vesti di Elia sul suo carro di fuoco, pienamente definito dalla tua vocazione di sacerdote, pronto a rispondere con tutto te stesso.  Per te l’avventura con Cristo è sempre stata come un “giorno di fuoco e fiamme“. Niente mezze misure, niente tentennamenti nella sequela a quel Gesù che, è evidente, hai sempre sentito come contemporaneo e maestro. E’ questo che ci hai trasmesso, è in questo il grande fascino che hai saputo esercitare su di noi. Grazie!

Gli anni sono andati avanti per tutti, la storia attorno a noi è cambiata e ci ha cambiati. Il mondo ha cambiato aspetto, i nostri figli hanno volti molto diversi dai nostri alla loro età e pongono domande diverse, i linguaggi hanno cambiato i significati delle parole, pongono problemi nuovi e forse più gravi. Ma Cristo continua ad essere il nostro centro. E questo sappiamo essere il più bel regalo che possiamo farti oggi. Assicurarti che, dentro le vite di ciascuno di noi, in situazioni e vicende così uguali e così diverse per ciascuno, Cristo continua ad essere il nostro Amore.

E allora quello che sentiamo di poterti chiedere, perché il nostro regalo abbia un senso, è di continuare ad essere il nostro guerriero, accogliendo e sfidando i cambiamenti che hanno dato un nuovo volto all’oggi. Papa Francesco docet. Settant’anni non sono pochi e non sono troppi. Giusti. Giusti per un cuore che si è temprato al fuoco di Cristo.

Dunque, settanta volte grazie!

Lella, Paola, Daniele, Tiziano e … gli altri muratori.

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