Achille Lauro: pollice retto o pollice verso?

Giudicare non può significare solo schierarsi!

E’ da qualche giorno che ci penso. All’autobattesimo di Achille Lauro al festival di Sanremo. Temo che, in un mondo in cui tutto si consuma, la vicenda sia già un lontano passato che non dice più nulla. Non solo. Provare a farlo significa rischiare di essere etichettati: così si potrà sentirsi in diritto di non entrare nemmeno nel confronto. Voglio rischiare e lo dichiaro subito, per chi vuole provare a leggermi: penso che il gesto del cantante sia stata una gratuita e inutile provocazione. Cercare salvagenti di presunta cristianità, mi pare del tutto inutile e fuorviante. Ecco fatto!

Tuttavia vorrei provare a guardare dentro la vicenda. Quando si fa qualsiasi cosa in uno spettacolo TV, ci sono persone addette a verificarne la bontà e la liceità. Non tutto può essere fatto o detto liberamente. Si tratta di una censura? Possiamo chiamarla così, ma direi che c’è ancora un minimo di coscienza rispetto a cosa significa entrare nelle case per dare delle informazioni. Quindi bisogna chiedersi cosa si vuole dire, a chi lo si vuole dire, se quanto si dirà rispetta la legge, ecc.

Ora, il fatto che Fiorello abbia chiamato subito in causa l’Osservatore Romano (che ha risposto con fine ironia) la dice lunga sul fatto che quel gesto non era di così poco conto come si vuol far credere. Che poi il gesto sia stato stupido e perfino cristianamente insignificante, lo dimostra il fatto che il battesimo nella fede cristiana, ti viene dato dalla Chiesa e nessuno può darselo da solo…

Ma ritorniamo alla proposta di quel gesto. Ciò che mi sorprende davvero è che siamo in un paese dove la morale si può fare a uso e consumo di chi ha in mano il potere: potere politico, potere mediatico, potere economico e chi più ne ha più ne metta. Per far capire quanto vado dicendo mi vengono in mente alcuni esempi.

Primo. Ricordo che anni fa un giocatore della Juve dopo aver segnato un goal nel derby con il Torino si permise di imitare un toro che combatteva nell’arena. Si scatenò il putiferio e tutti, unanimi, a condannare il gesto e a chiedere al calciatore l’umile esposizione alla gogna, per chiedere scusa. Giusto chiederglielo e anche farlo. Ma come mai per questo gesto di Achille Lauro i benpensanti dell’informazione non hanno saputo dire nulla? Mi pare un gesto di gran lunga più significativo. Forse, in questo caso, si sapeva che i cristiani non avrebbero fatto danni e non ci sarebbe stato bisogno di cordoni di polizia a difesa di luoghi o persone. Perché i cristiani sono così per la natura propria di questa fede.

Secondo. Avrebbero mai potuto invitare a Sanremo il tennista Novak Djokovic per fargli un’intervista? Intendiamoci: solo sul suo percorso sportivo! Io credo proprio di no perché, in questo momento, è un cattivo ragazzo che avrebbe potuto dare una testimonianza sbagliata alla società su una vicenda che preoccupa. Dunque, in questo caso, qualcuno avrebbe deciso che non si sarebbe potuto nemmeno invitare.

Pertanto mi chiedo: cosa è “morale” in questo mondo? Forse ci sono diversi livelli e diverse possibilità. C’è una morale che viene fissata a volte da leggi, altre volte da tradizioni, altre volte da sentire diversi, altre volte da canzoni, altre volte da… Scusate: ma a questo punto se si può fare tutto e il contrario di tutto (visto che ciascuno ha diritto ad autodeterminarsi) preferisco imparare una morale dal mio buon Signore. Lui ha una caratteristica: di essere l’Assoluto. Che significa “libero o sciolto (soluto) da tutto,” ovvero “sopra tutto”. Dunque, per definizione, capace di dire cose infinitamente più vere e giuste rispetto a quanto posso provare a balbettare io. Anzi, può permettersi perfino il lusso di non infierire contro la provocazione di un Achille Lauro o contro qualsiasi tipo di immoralità l’uomo provi a giustificare, perché da un lato Lui per primo ne porta le conseguenze (morto in croce) e dall’altro lato non smette mai di dare e, contemporaneamente, invitare ad un bene più grande.

Voglio concludere con una piccola sollecitazione al nostro cantante. Carissimo Achille, il nome d’arte che ti porti (i media “dicono” che è il nome del noto armatore napoletano) ti viene da una triste vicenda: quella della nave “Achille Lauro” che venne sequestrata da un gruppo terroristico e che ebbe pure un epilogo triste per un passeggero. Pensando a questa cosa, domenica scorsa mi sono imbattuto in un Vangelo che proponeva delle barche tristemente vuote, frutto di una nottata di pesca andata male. Ma Gesù passa di lì e ci sale sopra per annunciare il Regno di Dio con parole che attirano folla numerosa. Ed è Lui che chiede di prendere il largo e gettare le reti. Convinti da quanto quel Maestro aveva detto i pescatori fanno come era stato chiesto e le reti attirano pesci così numerosi che quasi si spezzano. Caro amico mio: ti auguro di poter ospitare a bordo della tua barca Gesù. Allora, sì, sarà un andare contro tutto e tutti perfino contro se stessi, come hanno fatto quei pescatori. Con un risultato miracoloso. Ah, dimenticavo: attento che il Signore passa anche sul tuo lago. Fatti trovare pronto!

Padre Paolo De Carli ocd

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